Calendar girls: un film ispirazione per chi, amando il nudo artistico, si è trovato spesso a doverlo in qualche modo “giustificare”.
Con questo nostro 50esimo post (auguri! Siamo arrivati al 50esimo!!!) ci siamo ripromessi di segnalarvi periodicamente dei film che in qualche modo possano ispirare i fotografi. Il criterio di selezione vuole essere abbastanza ampio da contemplare sia opere cinematografiche che parlino di fotografia, sia che siano realizzate con fotografia esemplare oppure che siano entrate di diritto nell’albo dei film da vedere e basta.
Quello di cui parliamo oggi è Calendar girls, di Nigel Cole, del 2003. Fu realizzato per rendere omaggio alle coraggiose undici donne che nel 1999 nello Yorkshire posarono nude per un calendario venduto a scopo benefico. Nella realtà le signore in questione ebbero non poche difficoltà, in presenza del fotografo, a lasciarsi ritrarre in nudo integrale eppure trovarono utili escamotages che permisero gli shooting. La volontà di raccogliere fondi per la lotta alla leucemia (malattia della quale era morto il marito di una delle protagoniste), la fiducia nel fotografo e una immensa capacità di autoironia, furono efficaci collanti per tenere insieme un progetto che all’inizio era sembrato a molti una pura pazzia.
Avessero deciso, le ladies, di posare in abiti casalinghi o anche in eleganti mises, non avrebbero dovuto giustificare alcun che ma, sapevano, non avrebbero mai venduto tanti calendari. Le fotografie realizzate avevano, invece, davvero un certo sex-appeal e il fatto che le signore fossero tutte in età insolite per dei ritratti nudi accrebbe semmai la generale curiosità verso la bellezza dei corpi âgée alla quale un po’ più frequentemente si dedica ora attenzione (impareremo, finalmente, ad amare incondizionatamente la vecchiaia, con le sue rughe, le sue macchie, le sue posture specifiche?).
La anedottica impone di raccontare anche che, a distanza di dieci anni dal primo shooting, sei delle undici signore volle ripetere l’esperienza realizzando un nuovo calendario questa volta con foto a colori (nella prima edizione fu scelto un viraggio seppia). In quel decennio sono stati raccolti circa 2 milioni di sterline, interamente devoluti alla ricerca contro la laucemia. Niente male, no?
Con questo non vogliamo dire, naturalmente, che per ritrarre corpi nudi si debba avere necessariamente una valida giustificazione come una raccolta fondi. Il nudo ha una dignità tutta sua che non necessita di giustificazione alcuna. Sia chiaro. Ma se qualcosa possiamo imparare da un film come Calendar girls, è che l’ironia e la voglia di mettersi in gioco possono veramente aiutare in quei momenti “congelanti” in cui un obiettivo incontra per la prima volta il corpo nudo, quel corpo nudo che le lenti e le luci sapranno raccontare solo a patto di rispettarlo in ogni sua piega perfetta e imperfetta.
Quel è il tuo concetto di nudo? Quanti centimetri di pelle si debbono vedere perché tu la ritenga nuda?