Che relazione c’è tra immagini e immaginazione?
I termini immagine e immaginazione hanno nella parola latina imago la comune radice.
Siccome non è abbastanza per rispondere all’interrogativo e non ci accontentiamo facilmente, ecco i relativi significati dal dizionario Treccani:
“Immagine: Forma esteriore degli oggetti corporei, in quanto viene percepita attraverso il senso della vista, o si riflette – come realmente è, o variamente alterata – in uno specchio, nell’acqua e sim., o rimane impressa in una lastra o pellicola o carta fotografica.”
“Immaginazione: Particolare forma di pensiero, che non segue regole fisse né legami logici, ma si presenta come riproduzione ed elaborazione libera del contenuto di un’esperienza sensoriale, legata a un determinato stato affettivo e, spesso, orientata attorno a un tema fisso; può dar luogo a una attività di tipo sognante (come nei cosiddetti «sogni a occhi aperti»), oppure a creazioni armoniose con contenuto artistico (i. artistica), o anche, con un meccanismo che si riallaccia all’intuizione, a conclusioni ricche di contenuto pratico; con definizione più generica, la facoltà di formare le immagini, di elaborarle, svilupparle e anche deformarle, presentandosi in ogni caso come potenza creatrice.”
Potenza creatrice di immagini, quindi. Ecco la relazione.
Se stai leggendo questo blog (grazie per ogni gradimento, critica e condivisione dei nostri post e anche per il tempo che ci dedichi), verosimilmente sei interessato alla fotografia e/o, forse, sei anche fotografo a tua volta. E lo sai già dove vorremmo arrivare con questa indagine: per ottenere buoni scatti (immagini) per lo più bisogna essere provvisti di immaginazione.
Sei consapevole della tua stessa immaginazione?
Sai in che modo e in quale momento essa interviene nella produzione delle tue immagini?
Azzardiamo.
Ti fa uscire di casa, forse, e ti induce a prendere con te la macchina fotografica anche quando avresti altro da fare. Ti fa scegliere un luogo e quando sei là ti fa scegliere l’inquadratura e il taglio che vorresti dare all’immagine che insegui. Forse è proprio l’immaginazione stessa che insegui. Per tornare a casa. Quella casa interna a te, il luogo dove puoi trovare te stessa/o.
“L’immaginazione non offre rimedio per la mancanza di un tetto, la disperazione, le ingiustizie e le sofferenze imposte dall’incostanza della vita e dall’ineluttabilità della morte, ma ha una voce che svela e combatte queste ingiustizie, messe in luce dal fatto che non accettiamo le cose come stanno. Ciò che siamo, ovunque viviamo, dipende in gran parte da come immaginiamo di essere. Il luogo in cui viviamo è modellato in gran parte da quel mondo nel nostro giardino […] dove dobbiamo andare per vedere con più chiarezza noi stessi e gli altri.”
Azar Nafisi da La repubblica dell’immaginazione – Adelphi
Te lo abbiamo detto anche in altri post: sorridi e immagina l’effetto che il tuo sorriso fa in chi lo incontra.
Quando l’immaginazione mi guarda con sospetto e disegna un cerchio senza includermi, traccio un cerchio più grosso includendo anche lei
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