il nostro Monte d’Argento, che ho sempre visto come una grande mano che affonda le sue dita nel mare, è un riferimento geografico importante , insieme al Monte d’Oro delimita il nostro splendido lungomare.
Il promontorio custodisce storie, leggende, testimonianza archeologiche riconducibili agli arabi, evidenti tracce di bradisismo e tante stranezze che fanno della nostra “cima” un luogo magico e affascinante.
Visitarlo in questo tempo non estivo, lontano dalle frotte di turisti a volte “fameliche”, diventa una esperienza sensoriale completa.
Questo luogo mi ricorda a volte le atmosfere della Napoli sotterranea, un up side down che mi riporta a quell’aspetto sacro che hanno tutti i luoghi dell’anima.
La civiltà è una continua conquista di terreni inesplorati, magici, incomprensibili e forse essere civili consiste proprio in questo continuo affrontare nuovi enigmi oppure cercare soluzioni diverse a misteri spesso uguali, vedasi le guerre!
Quando la mia piccola montagna mi sorprende da solo tra le sue calette, svela i suoi scheletri, i suoi mostri.
Mostro inteso nel suo significato primario, dal latino monstrum cioè prodigio a sua volta da manere cioè monito, avvertimento.
Ecco sono avvisato, sono solo con i miei mostri che si svelano a me, disposto a vederli nelle rocce, nelle luci e nelle ombre, palesi o camuffati tra l’erba e la sabbia.
Luigi Grieco




















