Quando vieni contattato da una rivista di fotografia ,oppure da un editore o da un collega o da un circolo fotografico, per parlare della tua fotografia, reagisci sempre con un po’ di stupore, che è sensazione di spiazzamento.
Per quanto mi riguarda vuol dire di dover uscire da quella specie di comfort zone che è il tuo modo di vivere la fotografia quasi in intimità.
Ma subito dopo realizzi che il tuo lavoro arriva in qualche modo e che quello che trovavi incompiuto, imperfetto, filtrato troppo dalle tue esperienze, trova spazio e riscontro negli ambiti dove la fotografia rifugge dal consumo frettoloso e superficiale.
Le fotografie oggetto dell’articolo fanno parte di un progetto, iniziato tempo fa e prossimo alla conclusione, un cosiddetto “Long term project”, che nel corso del tempo ha avuto apprezzamenti costanti e pubblicato su varie riviste come l’annuario “Nikon”, la rivista “Fotografare”, alcune riviste on line e “Digital Camera Art “, “Il Fotografo” da cui prende spunto questo post.
Presto questo lavoro diventerà un libro che renderà il progetto disponibile a tutti e farà in modo che io non sia più unico regista e padrone.
Parte del progetto è visibile su https://www.nikonphotographers.it/luigigrieco
Negli ultimi tempi più di un collega e amico ha visto approdare il proprio lavoro fotografico alla pubblicazione di un libro , non è una cosa semplice ma sicuramente è uno dei modi migliore per dare un corpo all’anima della propria passione.
Ogni volta che acquisto un libro , con fotografie o anche no, oppure me ne fanno dono, mi arricchisco e mi sento partecipe di una bellezza talmente grande che da solo non riuscirei a goderne se non in minima parte.
Un grazie enorme ai giornalisti, ai direttori delle riviste che danno spazio a questo genere di fotografia.
Luigi Grieco