Fotografo spesso la spiaggia del mio paese, o meglio il panorama che si anima sulla spiaggia.
La spiaggia, nel mio sentire, diventa un foglio o meglio una tavola d’argilla che registra i segni di vite lontane e vicine.
Seguo le orme, il divenire continuo del bagnasciuga, i cumuli di conchiglie, i legni portati dal vicino fiume, e sento i rumori che si mescolano alla sabbia sottile.
Rivedo sceneggiature degne del miglior Nolan o del grande Fellini.
Vedo il deserto e tanta umanità, sento il silenzio e le voci degli anziani.
Ho fotografato un vecchio scarpone semi sepolto oppure l’incipit di un romanzo ?
Mi ritornano in mente tutte le interpretazioni intorno ai celebri scarponi di Van Gogh ( a mio avviso grande fotografo).
E a proposito di fotografi, come non collegare Bresson o Koudelka agli scarponi, all’importanza che davano al loro camminare a piedi, alla loro perenne ricerca.
Forse ho solo fotografato uno scarpone nella sua essenza, per quello che è !
Forse invece è un ulteriore invito ad una ” Esperienza estetica ” da fare con chi condivide la passione per la fotografia e per l’arte in genere.
Luigi Grieco