Il colore della nebbia

Gli ultimi di febbraio sono stati giorni inconsueti, caratterizzati dalla presenza di una nebbia insolitamente fitta per il nostro territorio.

E il nostro orizzonte ci è parso subito limitato a poche decine di metri.

Il nostro paesaggio si intuiva per lo più dai suoni, dai rumori, come quello di qualche peschereccio in mare.

Anche e soprattutto la percezione dei colori è diventata difficile e allo stesso tempo delicata.

I nostri punti di riferimento sono venuti meno e la poca visibilità ha sensibilmente rallentato le nostre attività abituali.

Qualcuno ha aspettato che la nebbia di diradasse, altri hanno affrontato questo muro di goccioline d’acqua, muovendosi giocoforza all’interno di spazi più ristretti.

Per me è stata un’occasione imperdibile per fotografare e provare a raccontare ciò che è al di fuori dei reali confini ( fisici e psicologici) dei miei luoghi, attivando l’immaginazione mia e dei miei compagni di viaggio , minturnesi e non.

Il richiamo al grandissimo Luigi Ghirri è inevitabile, alla sua capacità di aprire lo sguardo dello spettatore a mondi nuovi ed immaginari.

E per un momento mi è sembrato di vederlo sulla spiaggia intento a fotografare.

Luigi Grieco

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