Strong is the new pretty potrebbe diventare lo slogan delle nuove donne: stiamo tutti attenti, le donne si stanno risvegliando.
Proviamo, con il progetto del Caffè Fotografico, di cui questo blog è parte, a insistere sull’uso consapevole delle immagini e, tra l’altro, anche sulla funzione di testimone della Storia, del mezzo fotografico. Allora proviamo a parlare di qualcosa che accade quotidianamente, ancora e ancora, tanto da sentirci tutti ormai quasi anestetizzati. Vogliamo però offrire uno spiraglio di luce, un’idea forte, appunto, strong.
Ancora e ancora, infatti, la cronaca ci riporta casi di violenza sulle donne ed è così all’ordine del giorno, ormai, che proviamo quasi fastidio (non orrore, non dolore) a sentirle, tali notizie, forse perché ci mettono di fronte all’evidente pochezza dell’azione educativa mossa in quella direzione.
Di violenza sulle donne bisognerebbe parlare non solo a seguito del fatto di cronaca del momento ma piuttosto diffondendo nuovi paradigmi, una nuova mentalità che faccia delle donne degli esseri umani più forti, più autonomi, più consapevoli.
Va in questa direzione il progetto non ancora concluso ma di cui da circa un anno si può vedere lo stato dell’opera, della fotografa Kate T. Parker che ha fatto di “strong is the new pretty” (forte è il nuovo carino) il nuovo slogan rivoluzionario, appunto, da diffondere tra le bambine.
Lo ha dedicato a tutte quelle donne che hanno bisogno di riconoscere (e che venga loro riconosciuta) la forza di carattere, di intenti, di determinazione, oltre che di muscoli come valore primario, anziché la bellezza. Non giudica la bellezza. Dà solo maggior rilievo alla forza. E se immagini come le sue venissero maggiormente diffuse (anche tra i bambini, maschi, in un intento finalmente condiviso di generale consapevolizzazione), per effetto emulativo, si instillerebbero più incisive gocce di dubbio sulla generalmente imposta dittatura della bellezza. Abbiamo tutti (femmine e maschi) bisogno che le donne preferiscano la loro forza interiore alla loro bellezza esteriore. E chi più dei fotografi può veicolare questo messaggio?
Siamo tutti barche in mezzo al mare: sta a noi decidere in quale direzione solcare le acque.
(m. p.)