Il 25 novembre è il giorno in cui si parla ampiamente della violenza contro le donne.
Questo post arriva lungo, ma non poi così tanto. Leggi e vedrai perché.
Tutte le forme giustificative o pseudo giustificative della violenza di genere non avranno, qui, nessuno spazio.
La violenza è violenza e gli omicidi sono omicidi. Il femminicidio, in più, è un crimine specifico che ha bisogno ancora di uno spazio sotto i riflettori, affinché non ne venga normalizzato né banalizzato alcun aspetto.
Nessun NO può non essere rispettato. Nemmeno quello che si trasforma improvvisamente da Sì a No. Nemmeno se chi lo pronuncia si vestisse in modo provocante, nemmeno se avesse promesso fedeltà imperitura, nemmeno se fosse madre, nemmeno se… Nessun No può non essere rispettato.
Qualsiasi informazione che possa favorire la consapevolizzazione delle donne (rispetto ai comportamenti sminuenti della loro persona) va favorita, condivisa, promossa. Qualsiasi informazione che possa sensibilizzare gli uomini (e le donne che li educano) al rispetto reciproco, va diffusa.
Sono dunque qui a segnalarti la mostra che si terrà a Larino (CB) c/o Palazzo Comunale, dal 15 al 31 dicembre 2016 (ecco perché te ne parlo lo stesso, anche se siamo oltre il 25 novembre), Bordertown… l’ ho uccisa perché l’ amavo. Si sofferma, questo progetto, sulla violenza all’interno della vita di coppia, sottolineandone stereotipi e schiavitù, allo scopo di tentare di insegnare l’inaccettabilità della violenza di genere.
Il FIOF ripropone questa mostra fotografica già vista perché l’argomento è quanto mai attuale, ancora, sempre.
E ci prende la disperazione a contare una ad una le 108 donne uccise in Italia dall’inizio del 2016.
Per sperare ancora, allora, anche l’arte fotografica può fare la sua parte.