Voltati
chi ti segue è la tua ombra.
Amala
essa parte da te senza partire mai del tutto.
Un vago incupimento mi prende quando sento usare l’aggettivo “solare” riferito alle persone.
“Hey, questo è un blog di fotografia, non di… !”
Certo, hai ragione, amico lettore, abbi pazienza.
L’aggettivo “solare”, dicevo, usato ad intendere di persone estroverse, comunicative, positive: pur capendone il senso, penso che sia sopravvalutante della luce. Come se non-luce fosse necessariamente sinonimo di negatività.
Senza arrivare ad esaltare la sofferenza (la vita è possibilità di grande gioia, ci credo, lo vivo), e pur avendo poche certezze, so che la luce è sempre troppa (citando il buon Luigi che lo spiega bene nei suoi corsi di fotografia) e che il discorso vale per ogni aspetto dell’esistenza.
Fotograficamente (eh, eh, visto? Ci siamo arrivati) è inconcepibile una immagine senza ombre. Pur apprezzando la possibilità di smussare con mille trucchi del mestiere le più invadenti, infatti, non sono l’unica a pensare che una immagine senza ombre risulti piatta, senza profondità.
Penso al ritratto.
Ho conosciuto una brava modella di nudo che, completamente senza abiti, posa vestita solo di sé, davanti al fotografo. Le è facile mostrare la parte che ritiene più bella del suo corpo, uno tra i più bei deretani mai visti, eppure le più belle fotografie che la ritraggono sono quelle in cui le costole evidenti, le scapole prominenti, gettano ombre narrative, espressioni di placide (a volte turbolente) ombre interiori. Sono gli scatti per i quali il fotografo ha cercato luci proiettive che, incontrando gli ostacoli di alcune asperità corporee, hanno creato ombre eloquenti, quasi tratti grafici sul corpo esposto della modella, armata solo della propria pelle.
Tornando al “solare”, dunque, potresti convenire con me che non è detto che essere privi di ombre (benché impossibile, nella realtà) sia indice di positività. Usare, infine, proprio l’aggettivo in questione per indicare chi abbia caratteristiche di positività, tende a negare la positività delle ombre che, al pari di quando appaiono sul corpo della modella a disegnarne la storia più toccante, consentono a chiunque di risultare chiaramente, con specifiche profondità e storie da narrare.
Cerchiamo le ombre, perciò. Vederle, esaltarne le precipue locazioni, giocare, finalmente, a vedere la luce proprio grazie alle ombre renderà i tuoi ritratti veramente narranti la storia più autentica.
(m. p.)