Ha ancora senso un festival della fotografia?
Il mondo dei social ha reso il rapporto con la fotografia accessibile a tutti in modo immediato, senza filtri, e la sua fruizione quasi compulsiva, togliendole forse quel valore che deriva dall’essere un linguaggio vero e proprio.
La convention FIOF significa avere la possibilità di ascoltare ed interagire dal vivo con una fotografa o un fotografo ed essere proiettato nelle sue emozioni ed esperienze, essere parte attiva di uno scambio che porta solo crescita, professionale ed umana.
Vuol dire avere la possibilità di avere un proprio spazio fisico e non solo virtuale.
Una fotografia, a mio avviso, diventa tale oppure esprime il suo massimo potenziale, quando viene stampata in grande formato e resa fruibile con cura e attenzione, in spazi consoni ed accoglienti.
La possibilità di partecipare a masterclass, letture portfolio, workshops, fanno si che il “momento della fotografia” diventi un’esperienza coinvolgente e spunto per approfondimenti e ricerca.
Tutto questo è la convention del FIOF che quest’anno riparte dove avere festeggiato le venti edizioni.
Questa edizione “20+1” vuole essere il nuovo inizio di un percorso di sensibilizzazione e di stimolo, di professionalità affermate e di giovani talenti.
Vi aspettiamo ad Orvieto dal 7 al 9 marzo per la convention al Teatro del Carmine e fino al 30 marzo con le mostre presso il Palazzo del Vino.
Trovate il programma completo ed ulteriori info su http://www.fiof.it
Luigi Grieco
